martedì 13 gennaio 2009

L'affondamento

Il 25 luglio 1956, l'Andrea Doria, comandata dal Capitano Superiore Piero Calamai, viaggiava alla volta di New York, proveniente da Genova. Contemporaneamente, una nave di nazionalità svedese la MN Stockholm , un transatlantico per il trasporto promiscuo di merci e passeggeri, si dirigeva verso Goteborg. La Stockholm era comandata dal Capitano Gunnar Nordenson, il terzo ufficiale Johan-Ernst Carstens-Johannsen era però in comando di guardia in plancia al momento dell'incidente.Alle 23.10 entrambe le navi stavano per incrociare un corridoio molto trafficato, coperto da una fitta coltre di nebbia. L'inchiesta originale stabilì che l'Andrea Doria tentò di evitare la collisione virando a sinistra, invece che seguire la tradizione nautica di accostare a dritta, ovvero a destra, mentre la Stockholm non fece nessuna virata. Nascoste dalla nebbia, le navi si avvicinarono, guidate solo dalle reciproche visioni ed informazioni radar, le quali non furono sufficienti ad evitare la immane tragedia. Non ci fu alcun contatto radio, e una volta giunte a potersi vedere ad occhio nudo, fu troppo tardi per praticare contromanovre atte ad evitare l'impatto. La violenta collisione avvenne in un punto di coordinate 40°30′N 69°53′W / 40.5, -69.883. L'Andrea Doria e la Stockholm entrarono in collisione con un angolo di quasi 90 gradi: la prua rinforzata (in funzione del fatto che poteva operare anche come rompighiaccio) della Stockholm sfondò la fiancata dell'Andrea Doria e la squarciò per quasi tutta la sua lunghezza (dato che l'Andrea Doria continuava a correre lungo la propria rotta ortogonale alla prua della Stockholm)la quale sfondando sotto il ponte di comando dell' Andrea Doria per un'altezza di tre ponti, ovvero per oltre 12 metri, uccideva numerosi passeggeri già per l'ora tarda ritirati per il riposo notturno nelle proprie cabine. Inoltre, sfondando molte paratie stagne e perforando cinque depositi combustibile, comportò per quanto detto un accidentale imbarco di acqua di mare dell'ordine di circa 500 tonnellate, le quali non potendo essere bilanciate nei brevissimi tempi della collisione, produssero il pericoloso, immediato ed anomalo sbandamento della nave a dritta per oltre 15 gradi.

Quarantasei dei 1706 passeggeri trovarono la morte nell'unico momento dell'impatto, insieme a 5 uomini della Stockholm. Dopo la collisione l'equipaggio trovò sul ponte della Stockholm una ragazza di 14 anni che era ospitata nella cabina 52 della Andrea Doria, era Linda Morgan, senza ferite gravi. Era sopravvissuta all'impatto, mentre sua sorella era morta nella cabina schiacciata dalla prua della Stockholm. La fortunata Linda Morgan era figlia di un noto cronista americano che nel corso della stessa notte, senza mai fare apparire di essere interessato da motivi di natura personale, segui e portò avanti una cronaca diretta con grande chiarezza e professionalità.
Subito dopo la collisione l'Andrea Doria iniziò ad imbarcare acqua e l'inclinazione aumentò superando i 18 gradi in pochi minuti. Molte persone ritennero che mancasse una delle porte dei compartimenti stagni delle sale macchina, ma, in seguito, fu determinato come tale voce fosse infondata. Una delle cause che determinò la repentina inclinazione della nave italiana fu determinata dalla impossibilità dipendente dalla velocità di successione degli eventi, di poter effettuare il riempimento con acqua marina dei depositi combustibile vuoti al lato di sinitra, come d'altronde suggerito dai costruttori. A seguito di questa concreta e provata impossibilità, in poco tempo la nave superò i 20 gradi di inclinazione, e il capitano Calamai si rese conto che non c'erano più speranze.
All'alba, tutti erano stati evacuati dall'Andrea Doria, e la nave venne trainata in acque basse per l'inizio delle inchieste. Tuttavia era chiaro che la nave continuava a inclinarsi, finché affondò, 11 ore dopo l'impatto, alle ore 10.09 del 26 luglio.

(Brano tratto da Wikipedia: L'enciclopedia Libera)







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